Nutrire la creatività: racconti di esperienze
Il 17 giugno 2023 ho frequentato il Workshop #Coltivalacreatività organizzato e diretto dal trio composto da Marta aka @zuccaviolina, da Giulia aka @lamosca_zenzen e da Matteo @matteo.macchio.
Dopo lo stop della maternità e della avventura cinese, che hanno messo un po’ freno alle attività prettamente lavorative, sentivo la necessità di immergermi nuovamente in un flusso creativo che non subisse interferenze e che avesse a che fare con la manualità: l’obiettivo era quello di mettere in moto le mani per aiutare a stimolare il cervello in modo più completo.
Insomma avevo bisogno di stimoli creativi esterni per dare il permesso a quelli interni di ripartire. Per questo motivo ho deciso di regalarmi il suddetto workshop.
La descrizione del workshop “Coltiva la creatività” prometteva essere una giornata dedicata a sbloccare la fantasia e a ritrovare il gusto per la comunicazione social, in barba ad algoritmo, visualizzazioni e trend. Una giornata di input divertenti, trend digitali e attività mani in pasta… con questa premessa, chi avrebbe potuto resistere? Non io.
E la giornata ha davvero mantenuto le promesse.
Immerse in un’atmosfera completamente rilassata e libera da ogni giudizio ci siamo lasciate trasportare dagli innumerevoli stimoli ricevuti sia dai nostri tre ospiti, che ognuna dalle esperienze pregresse, dai progetti e dalle storie delle altre.
La condivisione ci ha permesso di sentire dalle voci altrui che abbiamo tutte gli stessi dubbi e le stesse paturnie.
Il workshop
Dopo un primo tempo dedicato all’ambientazione e alle presentazioni, ci siamo lasciate guidare dalla voce di Giulia in un esercizio di collage. Si sentivano solo i fruscii delle pagine delle riviste che scorrevano o venivano tagliuzzate per permetterci di creare una tavola che parlasse dei nostri dubbi, delle paure che il raccontarci online ci provoca(va).
Lo step successivo mi ha un po’ terrorizzata (ciao sindrome dell’impostore): dovevamo scambiarci le tavole e “dare una risposta” a ciò che vedevamo negli elaborati altrui. Mettere mano con colla e ritagli al lavoro di qualcuno che non conosci mi sembrava un gesto pretenzioso da fare. Eppure dopo un primo momento di esitazione è tornato il silenzio e le mani hanno ricominciato a lavorare. Tutte con delicatezza ci siamo ritrovate nelle immagini altrui, nel loro sentire ci siamo riflesse, confortate e supportate.
Pranzo e chiacchiere in libertà
Dopo aver lasciato andare il primo esercizio (e, per quanto mi riguarda aver ricominciato a respirare con regolarità – sono un tantino ansiosa) ci siamo ritrovate a commentare ciò che avevamo intenzione di rappresentare e a interpretare ciò che chi aveva aggiunto il contributo volesse dirci con il suo messaggio.
Ciò che mi ha sorpresa maggiormente è stato che molte paure fossero condivise e ripetute. Che ci sentissimo giudicate ma mai giudici. Che il supporto che ci stavamo dando era più forte di ciò che avrebbe potuto ostacolarci.
Un rivelazione, lo ammetto. Così ci siamo rilassate davanti a un pranzo sfizioso e chiacchierato con più leggerezza.
Creatività applicata alla creazione dei contenuti per i social
Dopo esserci rifocillate e aver avuto modo di fare conoscenza, ci siamo di nuovo messe al lavoro: prima con una presentazione diveertente e dinamica che ci illustrava trend, idee e metodi per creare contenuti e poi nuovamente all’opera.
Ognuna di noi ha pescato un biglietto con indicato l’argomento, il tipo di contenuto da creare e l’obiettivo da raggiungere. Il mio biglietto lo potete vedere nell’immagine accanto a questo testo:
- Argomento: “Questa fa proprio ridere”
- Contenuto: Video
- Obiettivo: Engage.
Sono stata fortunata perché avevo già in mente un contenuto che rispondesse a questi requisiti ma non mi ero ancora decisa a produrlo e a pubblicarlo.
Volevo concludere con un reel divertente ed un po’ autocelebrativo, la rubrica che settimanalmente pubblicavo durante la nostra permanenza in Cina: #mangiamoCINAcosa (devo assolutamente fare un articolo di approfondimento a riguardo!)
Il risultato? Lo puoi vedere qui.
Conclusioni
Ma perché non lo faccio più spesso? Questa è la domanda che mi pongo sempre quando mi metto in gioco! Se è vero che “tutti siamo creativi” come dice Elizabeth Gilbert nel suo libro “Big Magic“, è anche vero che la creatività è “come un muscolo” e che bisogna allenarsi ad ascoltarla e a nutrirla, appunto.
Ho scritto questo articolo proprio a questo scopo: per ricordarmi di nutrire la mia creatività e a non averne paura. A lasciarmi andare, ma anche per fermare l’esperienza di quel giorno.
Questo post mi fa pensare anche alla necessità di continuare a scrivere e a condividere i miei momenti di creatività sperando che possano essere di supporto a chi, passando di qui, li vedrà.
Nel caso ti abbia aiutata a prendere il volo con la tua voglia di creatività, ti aspetto nei commenti.